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Ultima modifica 28 giugno 2024
Noli è uno dei centri medievali di maggior interesse storico ed artistico della Liguria e ciò non solo perché ha mantenuto pressoché intatta l’antica struttura dell’impianto urbano all’interno delle mura di cinta, ma anche per l’importanza storica ed economica che ha ricoperto durante tutto il Medioevo nel Ponente Ligure.
Il nome “Noli” testimoniato nella forma “Naboli” nei documenti più antichi del 1004 e 1005 deriva certamente da una forma “neapolis” cioè “città nuova” di chiara derivazione greco-bizantina. Anche i dati storici ed archeologici fino ad ora studiati confermerebbero quest’ipotesi. Noli avrebbe quindi avuto, insieme al centro vicino e coevo di Varigotti, il ruolo di importante base di appoggio nella difesa della Liguria costiera.
In mancanza di documenti scritti dei secoli più antichi, sono stati gli scavi archeologici che ancor oggi si effettuano nell’area della chiesa protoromanica di San Paragorio, a fornire la prova di una continuità di vita anche in periodo longobardo e poi franco. Si sa che per tutto il periodo altomedievale Noli ha fatto parte, con Varigotti, di un “comitatus” autonomo e che, in seguito allo smembramento dell’Impero carolingio, viene inserita nella Marca Aleramica sotto il dominio dei Marchesi di Savona - Del Carretto.
L’abilità dei suoi mercanti e dei suoi naviganti, che le permette di organizzare molto presto una propria flotta autonoma e molto efficiente, la pone al livello delle marinerie più antiche come Genova, Savona, Albenga. Il progressivo sviluppo e la sua sempre maggiore potenza economica consentono a Noli di partecipare, a pieno titolo, alla Prima Crociata (1099) traendone notevoli ricchezze e privilegi come dimostrano i trattati (conservati negli archivi storici di Genova) stipulati con Tancredi e Boemondo. principi di Antiochia, e con Baldovino re di Gerusalemme.
Grazie a questa prosperità economica Noli riesce, nel corso del secolo XII, ad affrancarsi dai Marchesi del Carretto, acquistandone, gradatamente, gli antichi diritti marchionali fino a quando, con atto rogato nella chiesa di S. Paragorio, Enrico II del Carretto li cede definitivamente al Comune. La tradizione vuole che questo evento così importante sia avvenuto il 7 agosto 1193; recenti studi hanno, invece, potuto retrodatarlo al 1192.
La piena emancipazione della città viene confermata da Enrico VI di Svevia che, con diploma del 1196, convalida i diritti ed i privilegi acquistati dai Nolesi. Ciò porta Noli a divenire, subito dopo Genova e Savona, Comune libero ed indipendente retto da propri consoli eletti tra tutti i “capi di famiglia”.
Nata la Repubblica marinara di Noli, era necessario dare una forma organica agli ordinamenti del libero Comune formulando degli Statuti: questi sono ancora oggi tra gli ordinamenti comunali più antichi della Liguria. Stretta, però, tra il più potente Comune di Savona ed il Marchesato di Finale - ghibellini e da sempre suoi nemici - Noli, guelfa, avrebbe avuto molte difficoltà ad espandere i propri traffici marittimi. Il libero Comune sceglie, con intelligenza, di allearsi con la più importante Repubblica di Genova. Le antiche pergamene conservate nell’Archivio storico del Comune di Noli comprovano, insieme alle altre vicende storiche della Repubblica, anche i trattati di alleanza stipulati con Genova dai quali emerge chiaramente che Noli, già dal 1202, fu sempre “alleata paritaria”e mai “succube” della Repubblica genovese.
Nel 1239 Papa Gregorio IX come riconoscimento per l’aiuto prestato nella guerra contro Federico II a fianco della Lega, elevò Noli a sede vescovile indipendente staccandola da Savona; tale resterà fino al 1820.
Nell’epoca del suo massimo splendore la Repubblica di Noli era notevolmente più vasta; il suo territorio comprendeva, infatti, parti nei vicini territori di Orco, Mallare, Segno e Vado. La potenza e la grandezza di Noli dureranno sino alla fine del secolo XIV. La sua posizione geografica di naturale rifugio navale che ne aveva favorito la floridezza all’epoca delle Crociate ma che non era più adeguato ai traffici di maggior cabotaggio, la condannò ad un isolamento senza possibilità di espansione. Anche a causa della mancanza di spazio terrestre i Nolesi si trasformarono da audaci marinai e corsari in pacifici pescatori.
Le continue guerre contro le città nemiche di Finale e Savona, le invasioni di spagnoli, milanesi e piemontesi, le scorrerie barbaresche, le precarie situazioni sociali interne, collegate anche alle carestie ed alle pestilenze, contribuirono alla decadenza di Noli.
Il suo declino proseguì sino a che, insieme alla Repubblica di Genova, della quale aveva sempre seguito le sorti come alleata e protetta, passerà, nel 1797, sotto la dominazione francese perdendo la propria indipendenza dopo settecento anni di sostanziale libertà.
La nuova Costituzione della Repubblica Ligure venne approvata dopo “tre giorni di pubbliche preghiere per implorare il divino aiuto” (Archivio Storico Nolese, filza 210) e con canti e balli che si svolgevano intorno all’Albero della Libertà innalzato sulla Piazza Civica (Gandoglia, In Repubblica, p.585).
Entriamo, ora, nel Medioevo attraversando la Porta di Piazza si tratta dell’ingresso principale e centrale della seconda cinta muraria della città (secc. XII-XIII); data l’importanza di questo ingresso, la porta era protetta da un baluardo difensivo, chiamato “rivellino”; esso venne costruito nella seconda metà del sec. XVI e demolito alla fine del sec. XIX. Ci troviamo nel CENTRO DELLA VITA POLITICA, SOCIALE ED ECONOMICA DELLA REPUBBLICA.
Nella piazza sorge il Palazzo Comunale. Non si conosce con esattezza in quale luogo i consoli della Repubblica appena costituita si riunissero per emanare le leggi e le norme necessarie per governare la città. L’attuale edificio ha subito molte e radicali trasformazioni lungo i vari secoli, specie dal 1797 fino al 1820. Interessanti sono, sulla facciata a mare, quattro belle polifore ogivali e la meridiana recentemente restaurata.
Fino al 1834 al Palazzo si accedeva da una scala in pietra, che si sviluppava davanti all’attuale porta d’ingresso della Torre del Comune che si erge accanto al Municipio. La torre è conservata ancora integralmente e risale al sec. XIII; ha un basamento in pietra verde locale, la parte superiore in mattoni e termina con una merlatura a coda di rondine.
Sottostante il Palazzo Comunale si trova la Loggia della Repubblica (secc. XIV-XV) con due grandi archi in laterizi che poggiano su una colonna ottagonale con capitello a bugnato tipico della fine del ‘300 - inizi ‘400. Interessanti sono le lapidi infisse nel muro della Loggia stessa, proprio davanti alla porta della prigione bassa o Paraxetto e all’anello di ferro usato per la tortura detta dei tratti di corda. Esse ricordano alcuni uomini illustri che a Noli nacquero o soggiornarono.
Da Noli, infatti, passò Dante: “Vassi in San Leo e discendesi in Noli” (Purgatorio IV, 25).
Dalla rada di Noli partì Cristoforo Colombo il 31 maggio 1476 per iniziare, dal Portogallo, il lungo cammino che lo avrebbe portato alla scoperta del Nuovo Mondo.
A Noli visse per alcuni mesi, nel 1576, Giordano Bruno insegnando a’ putti la gramatica et legendo la sfera a certi gentilhuomini, prima di morire bruciato come eretico, nel 1600, in Piazza delle Erbe a Roma.
Qui nacque Anton da Noli che scoprì, nel 1460, le isole di Capo Verde.
La Loggia conserva, però, un’altra lapide molto interessante; è la prima a destra verso la Porta di Piazza. Non parla di personaggi ma è l’unico ricordo marmoreo delle ferree leggi che vigevano nella Repubblica.
Poiché nel 1666 gli Antichi Decreti di buon governo, specialmente quelli stabiliti nel 1620 che imponevano, per i forestieri, la sicurezza in cambio del pagamento di 300 scudi, venivano disattesi, il Mag.co Consiglio grande de’ quaranta in legitimo e sufficiente numero congregato deliberava: “Che si facci registrare la sostanza di detto decreto in una pietra marmorea da ponersi ad una delle colonne del pubblico Palazzo, affinché in l’avvenire si tenghi in viridi osservanza, e ogn’uno sappia quello che converrà fare e si guardi bene a non contravenire.”
Questo editto si trova ora infisso sotto la Loggia a perenne ricordo! (Gandoglia, op. cit., pp. 279-280).
Dalla Loggia si accede alla Passeggiata coperta che correva da Porta Viale a levante sino al Portello a ponente.
Di questi portici resta percorribile solo la parte a levante, mentre di quella a ponente, inglobata in vari edifici, restano visibili alcuni archi, come quello vicino al Bar Torino ed il Porticato di piazza Mariconi.
[Casa-torre e loggia coperta in P.zza Mariconi – sec. XII]